Quando conoscerò la tua anima… dipingerò i tuoi occhi.
Archivio mensile:luglio 2014
Profumi – Lia Grassi
PROFUMI
Scritti nel vento
i profumi
che sbocciano
nel silenzio
Li leggo
ad occhi chiusi
rammentando
forme e colori
Viaggio tra le fragranze
di fiori
muschio
e caldarroste
Libero le emozioni
custodendo
il loro
linguaggio segreto
Non servono
tante parole
basta la semplicità
l’essenzialità
Basta
l’odore di terra
e foglie bagnate
dalla pioggia d’autunno
Basta
l’effluvio di spruzzi di sale
sulla pelle
in un mare d’estate
Basta
l’aroma del caffè
in un freddo
mattino d’inverno
e basteranno due gocce
del tuo profumo al sandalo
a ricordarmi te
e le nostre primavere.
La Poesia di Todd – L’attimo fuggente
Aggiornamento – Il Portatore di Corni
“Come foglie da un cielo inesistente” – A cura di Matteo Veronesi
Tratto dal blog Nuova Provincia.
“«COME FOGLIE DA UN CIELO INESISTENTE». PICCOLA NOTA SEMIPOLEMICA PER UN NOVANTIQUO LIRISMO
Ci si dovrà interrogare, prima o poi, sulle motivazioni che hanno condotto, negli ultimi anni, alla diffusione (nella letteratura, nella comunicazione, forse anche nella vita) del cosiddetto minimalismo, vera e propria “mutazione antropologica” che contrassegna questa nostra ‒ per echeggiare una citazione abusata ‒ modernità liquida: di uno sguardo, cioè, curvo verso la terra, ripiegato sull’immediato, sul limitato, o addirittura sul banale, cieco ai vasti respiri della sensibilità e del pensiero.”
Matteo Veronesi
Lirici greci – Poeti elegiaci
L’appello di Callino e Tirteo alla responsabilità del singolo nella lotta per la salvezza comune; l’orrore dell’inesorabile vecchiaia che lacera l’animo di Mimnermo; l’impegno politico di Solone, il suo richiamo alla necessità di un’azione sempre onesta e sorretta da profonda moralità; la rivendicazione dei valori dello spirito, che Senofane contrappone alle sterili mode di una società sempre più superficiale; la dolente ansia di Teognide nell’inesausta ricerca della vera amicizia, di un incontro umano esclusivo e profondamente leale: sono le antiche voci della poesia elegiaca greca, così diverse tra loro, e pur unite da un amore consapevolmente critico per l’uomo e dall’intimo rispetto della sua dignità.
I giorni del Cervo bianco – Gaia Rossella Sain
I giorni del Cervo bianco – Sergio Puglisi
La rivolta dei Poeti
E’ tempo di smettere d’essere vili
Nascosti e tremanti sottoterra
Noi – i poeti che hanno perso tutto
O che forse non hanno mai avuto niente,
Ci leveremo a esigere tributi di sangue
E la terra tremerà se lo vorremo.
Costretti dai fili della visione
Non marionette, ma medium e veggenti,
A noi – i pittori che dipingono la parola,
Sacri uteri ripieni di somma verità
Di eterni enigmi,
Il Silenzio si arrenderà se lo vorremo.
Quali streghe figlie del bosco,
Intente a intessere in ipnotici ritmi
I nostri incantesimi crudeli
Mutateci in rapide civette e corvi
Sfidiamo tracotanti il Paradiso,
E il cielo stesso crollerà se lo vorremo.
Simili a sussurri di tempesta imminente
Gli ultrasuoni ritmici, sirenici, rimati
Raduneranno intere masse informi
Per consegnarle a un sonno
Simile alla morte – E la Morte stessa
Si inginocchierà di fronte a noi se lo vorremo.
Noi, schiavi del dono, della penna, della mano,
E delle voci nella nostra testa, cui docili
All’imperioso comando: Scrivi! Obbediamo
Un giorno ci leveremo per esigere
I nostri tributi di sangue
E la gloria ci verrà data se lo vorremo.
Ma la gloria richiede sacrificio
E sacrificio noi siamo,
Noi – sacri torrenti
Di divinità infusa, palpabile
Col peso dei tormenti
Del mondo sulle spalle.
(Testo non presente nell’antologia “Cervo bianco”)
I giorni del Cervo bianco – Gabriele Marchetti
L’estate è polvere
Orfana di pioggia, l’estate è polvere
che riempie i sentieri nella campagna
bruna, tra il vedovo frinìo dei grilli
sopra il nudato fimo.
S’allunga a sera un’ombra che scompagina
in forma di coltello i gialli incolti,
e allora sanguina più forte il sorbo
pastura di frosoni.
(Testo non presente nell’antologia “Cervo bianco”)
I giorni del Cervo bianco – Eufemia Griffo
Nuages
Mi basta questo tempo
a suggellare quell’amore
sepolto tra le rovine –
prigioniero di una clessidra
capovolta con l’inganno
d’ogni storia già scritta
qualcuno piangerà implorando
parole dal segno incerto;
come attori dal volto stanco
alla ricerca di un copione
sull’argine del tempo
riconteremo gli anni e le ore,
sarà tiepido il risveglio –
quel che resta sono immagini
dietro nuvole sfilacciate.
(Testo non presente nell’antologia “Cervo bianco”)