Un’opera di cui sono davvero orgoglioso, in qualità di curatore editoriale…
Tantissime soddisfazioni, soprattutto l’aver collaborato con due scrittori di razza come Eufemia Griffo e Davide Benincasa.
Un’opera di cui sono davvero orgoglioso, in qualità di curatore editoriale…
Tantissime soddisfazioni, soprattutto l’aver collaborato con due scrittori di razza come Eufemia Griffo e Davide Benincasa.
E pensare che è iniziato tutto in questo luogo. Da piccolo.
Il mio amore per la cultura antica, passando poi alla passione per la poesia classica, la poesia parencomiastica, la lirica epinicia.
Respirare la polvere del Tempo. Un ritorno alle origini. Non a caso ho sviluppato certi amori letterari, soprattuto essendo nato in una terra come la Sicilia.
Era un passaggio obbligatorio.
Domani pomeriggio, sarò presente al Palazzo Steri per la Giornata mondiale della Poesia. Emoticon smile
Ore: 17.00
Due testi poetici in lettura da Nibelung e il Cigno nero
Descrizione
Quasi tutta in endecasillabi, la voce poetica di Enrico Hüllweck sembra veramente, come sottolinea Vittorio Sgarbi nella prefazione, attendere una musica di sfondo, capace di accompagnare quel canto intenso e meditato, con il quale l’autore vive o fa rivivere emozioni e riflessioni suscitate in lui dalle realtà incontrate. Molteplici i temi e le figure che ispirano le diverse poesie, ma sono soprattutto due i principali interlocutori dell’anima poetica di Hüllweck: il mondo delle cose che lo circondano e il fascino misterioso della femminilità. Per il poeta hanno anima e voce le pareti e le ombre della sua casa, i libri sulla scrivania, il giardino, le strade, le case, l’acqua dei fiumi e del mare, gli alberi e le stelle, il buio della notte così come la luce del sole e della luna. Ma questo libro, che raccoglie poesie scritte dal 1964 al 2010, è soprattutto dedicato a Lorma, abbreviativo di Lorella Maria, la moglie adorata, alla quale, in poesia, Hüllweck lascia questo messaggio d’amore: “Io sarò il mare e tu per me Venezia”.
Abisso
Nel silenzio la mia anima incede
con passione violenta, e greve
d’un Abisso fintanto assapora
le sue mute e anonime sponde,
lì, dove ogni poeta blandisce
della Morte le sue piume alate,
lì, dove il tormento non si placa
nel cercare uno sperduto lido
sopra il quale giacere, inerme.
D’una landa di ghiaccio, siderea,
ne assottiglia il metamorfico vello
ove rotto si mescola il pianto
tra effluvi di nero inchiostro.
Crinita d’inestinguibili fiamme
è la Poesia, mentre lenta degrada
giù, per quei profondi declivi
tinti nel Nulla, ove un verso annega
nel proprio sangue più oscuro.
Tutto si fa Fuoco e Tenebra
mentre arde quella strofa d’ostro.
Condanna funesta v’è nel guardar
di quel vuoto, l’amabile volto,
sofferenza eterna v’è nel guardar
di quella pira, una pausa inesausta.
L’appello di Callino e Tirteo alla responsabilità del singolo nella lotta per la salvezza comune; l’orrore dell’inesorabile vecchiaia che lacera l’animo di Mimnermo; l’impegno politico di Solone, il suo richiamo alla necessità di un’azione sempre onesta e sorretta da profonda moralità; la rivendicazione dei valori dello spirito, che Senofane contrappone alle sterili mode di una società sempre più superficiale; la dolente ansia di Teognide nell’inesausta ricerca della vera amicizia, di un incontro umano esclusivo e profondamente leale: sono le antiche voci della poesia elegiaca greca, così diverse tra loro, e pur unite da un amore consapevolmente critico per l’uomo e dall’intimo rispetto della sua dignità.
Link diretto alla pagina: http://fabriziocorselli.eu/page10.php
Download gratuito.
Buona lettura.
Il cervo è uno dei simboli dell’epifania divina, del mostrarsi della Natura in tutta la sua bellezza e primordialità agli occhi del mortale. Esso pertanto assurge a simbolo dell’istintualità, dell’essenza della Natura stessa, una dimensione che ben si sposa con quella dell’ispirazione. Come una divinità essa si mostra in tutto il suo fulgore, disvelandone poco a poco le proprie forme sublimi.
Altero come lo è la Poesia, il cervo conduce il poeta attraverso un percorso irto di pericoli (quello del confronto con se stessi, del risparmio di sé, dell’infinito vuoto del cosmos poetico) fino a giungere in un rifugio sicuro, lontano dal mondo, nel quale lo scrittore ritrovi la propria dimensione creativa, il proprio luogo della creazione.
Il bianco è invece il colore del foglio, dove la linfa ispirativa non ha stillato ancora la sua prima goccia, quel pallido marmo sul quale il poeta non ha ancora scolpito il proprio afflato compositivo; il bianco è il colore del timore panico, di quel vuoto abissale che stringe il poeta nella propria stretta, una voragine senza forma da colmare con l’unica malta che egli conosce: la parola poetica.
Il progetto Cervo bianco riunisce in sé tutte queste caratteristiche, cercando di restituire al lettore una riscoperta della Poesia nelle sue pure componenti primordiali, la ricerca d’una forma velata e “indefinita”, che tenda al Bello, e che ritrovi nella metafora il suo strumento di massima espressione lirica. La Poesia è anche Estetica.
Il progetto Cervo bianco fa leva sulla qualità dei testi, attentamente scelti e filtrati attraverso una ferrea e severa selezione, cercando di allontanarsi da quel minimalismo e pressapochismo che caratterizza le forme più recenti di costruzione e corruzione poetica.
Fabrizio Corselli, Curatore editoriale.
Salvatore Crisà, Illustratore.
Logo. Copyright. Salvatore Crisà 2013.
"Quando le divinità giocano di ruolo"
se non brucia un po'... che libro è?
Blog diretto da Nicola Vacca - In redazione: Gianni Barone, Hiram Barrios, Marcello Buttazzo Davide Pablo Caracciolo, Martino Ciano, Luciana De Palma, Donato Di Poce, Paolo Fiore, Flora Fusarelli, Federico Lotito, Massimo Mangiola, Salvatore Marrazzo, Geraldine Meyer, Gianluigi Pagliaro, Rosa Angela Papa, Angela Nese, Fabio Orrico, Fabrizio Raccis, Roberto Saporito,Giusi Sciortino, Laura Vargiu
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