
Un testo di Davide Benincasa che nasce dalla lettura del mio libro “Nibelung e il Cigno nero” e dall’immagine in alto.
è davvero bello il fatto che ancora esista il reciproco apprezzamento fra artisti. Lo feci pure io tanto tempo fa per un altro poeta, componendo un testo celebrativo in onore della sua poetica. Adesso, ognuno pensa per sé, non c’è più dialogo, la maggior parte dei “poeti” non legge i testi di un altro poeta. Esiste solo il proprio.
Peraltro Davide Benincasa è un bravissimo poeta che stimo molto, soprattutto per il suo rigore metrico e per l’armonia che sa donare ai suoi testi.
Natura lo creò modellandone il Sogno
Ineffabile era il suo indomito io
Beffardo il suo ultimo passo di danza
Echeggiavan nell’aria le ultime rime.
Limpido il canto del chimerico Cigno
Ultimo appello ad un piumato desio:
Ninfe e belve in una nuova adunanza.
Gorgheggia in eterno la voce sublime.
Quartine di dodecasillabi con rima ripetuta ABCD ABCD
Le prime lettere di ogni verso formano la parola NIBELUNG