“…Si deve riconoscere a Fabio Scotto una notevolissima competenza tecnica, che lo porta a concertare nel respiro lungo ed elaborato di un volume davvero ricco di spunti, di temi, di intonazioni, a volta a volta la partitura del poemetto eponimo, La Grecia è morta, dove presente (anti)europeo e mito antico s’intrecciano in un gioco serratissimo di sovrapposizioni e giustapposizioni molto appassionato e attuale…; e l’ampiezza spontaneamente europea delle Tessere che compongono il Quaderno di Bruxelles, radice diaristica del libro, in perfetta sintonia con un’inclinazione profonda e antica della poesia di Scotto al ‘qui e ora’ di un’esperienza in atto.”
Archivio mensile:aprile 2014
L’eredità di Dracula – Liriche gotiche sull’Amore oltre il Tempo
Programma editoriale – Fabrizio Corselli
Aforismi – Pablo Picasso
Il Portatore di Corni – Saga dei Regni del Nord
La formazione del plurale – A cura di Mur
Ogni tanto, un post sulla grammatica italiana è necessario, anche per chi si occupa di Poesia.
(Estratto dal blog “Gli appunti di Mur”)
“Eccolo qui, il famoso post sulla formazione del plurale promesso, in attesa di quello sulla sinossi, che arriverà la settimana prossima.
Dunque, premetto che l’argomento è ostico (nella mia personale classifica degli argomenti che proprio non riesco a ricordare della grammatica italiana si aggiudica senza fatica il primo posto), ma che la vita moderna, internet e il correttore automatico di word tendono a venirci in aiuto.”
Il morso delle gambe – Andrea Giampietro
Il morso delle gambe
Queste pareti imbiancate furono Bastiglia
di un’atroce omissione di deliri:
è inutile versare lacrime in un otre
dove non fermenta il silenzio dei santi.
Chiamate l’ombra, e la vedrete alzare
al suono che avvolge le volte notturne,
quando la brezza melodica scompiglia
i floridi dolori dell’uccello smarrito.
Giovinezza apre le porte del sepolcro,
io mi strazio il petto solo ricordando
la vita che si sporse per donarsi
e tu strappasti col morso delle gambe.
Maggio – Karel H. Mácha – Marsilio Editori
“Maggio” (1836) è il poema più celebre e più celebrato, il più stampato e il più studiato nella letteratura ceca, della cui tradizione poetica è insieme frutto, radice e linfa. Vi si riflettono e rifrangono numerose suggestioni, dall’attrazione barocca per la morte e il nulla alla passione romantica per la creazione simbolica, il tutto distillato in versi affascinanti, musicali e coinvolgenti, densi e precisi. Il triste epilogo della storia d’amore di Jarmila e Vilém, con lei suicida e lui condannato a morte per aver assassinato il proprio padre, il seduttore della fanciulla amata, viene raccontato con brillante sensibilità metaforica, arricchita dalla meditazione filosofica sul tema della caducità dell’esistenza. La natura è colta nel pieno della primavera, non conosce né alba né declino; la sua indifferenza di fronte alla sofferenza umana è tuttavia pacata, quasi lenisce il tormento delle emozioni, non è affatto soverchiarne, né trova accenti dolorosamente leopardiani: si riscatta nell’innocenza della stagione primaverile, senza conoscere declino, laddove l’uomo, invece, fragile e dissipatore, infrange le regole e la vita.
Cervo bianco – Progetto letterario sulla Poesia
Il cervo è uno dei simboli dell’epifania divina, del mostrarsi della Natura in tutta la sua bellezza e primordialità agli occhi del mortale. Esso pertanto assurge a simbolo dell’istintualità, dell’essenza della Natura stessa, una dimensione che ben si sposa con quella dell’ispirazione. Come una divinità essa si mostra in tutto il suo fulgore, disvelandone poco a poco le proprie forme sublimi.
Altero come lo è la Poesia, il cervo conduce il poeta attraverso un percorso irto di pericoli (quello del confronto con se stessi, del risparmio di sé, dell’infinito vuoto del cosmos poetico) fino a giungere in un rifugio sicuro, lontano dal mondo, nel quale lo scrittore ritrovi la propria dimensione creativa, il proprio luogo della creazione.
Il bianco è invece il colore del foglio, dove la linfa ispirativa non ha stillato ancora la sua prima goccia, quel pallido marmo sul quale il poeta non ha ancora scolpito il proprio afflato compositivo; il bianco è il colore del timore panico, di quel vuoto abissale che stringe il poeta nella propria stretta, una voragine senza forma da colmare con l’unica malta che egli conosce: la parola poetica.
Il progetto Cervo bianco riunisce in sé tutte queste caratteristiche, cercando di restituire al lettore una riscoperta della Poesia nelle sue pure componenti primordiali, la ricerca d’una forma velata e “indefinita”, che tenda al Bello, e che ritrovi nella metafora il suo strumento di massima espressione lirica. La Poesia è anche Estetica.
Il progetto Cervo bianco fa leva sulla qualità dei testi, attentamente scelti e filtrati attraverso una ferrea e severa selezione, cercando di allontanarsi da quel minimalismo e pressapochismo che caratterizza le forme più recenti di costruzione e corruzione poetica.
Fabrizio Corselli, Curatore editoriale.
Salvatore Crisà, Illustratore.
Logo. Copyright. Salvatore Crisà 2013.
L’Eredità di Dracula – Liriche gotiche sull’Amore oltre il Tempo
Uscita: Maggio 2014 – Edizioni della Sera. Curatore editoriale: Fabrizio Corselli