Introduzione al “Canto della Spada” (estratto dallo stage presso l’Arcadia Comics – Ragusa, a cura di Fabrizio Corselli).
Sito ufficiale: www.ilcantodellaspada.com
Introduzione al “Canto della Spada” (estratto dallo stage presso l’Arcadia Comics – Ragusa, a cura di Fabrizio Corselli).
Sito ufficiale: www.ilcantodellaspada.com
[Estratto]
Che cos’è per voi la poesia?»
Questo è stato l’esordio del workshop di “Foglie nel vento”, tenutosi l’8 febbraio a Palermo, nella sede dell’Associazione Culturale Sicilia-Giappone di via Giosuè Carducci. Il workshop, svoltosi in forma gratuita e aperta a tutti fino esaurimento posti, è stato condotto e curato dal poeta e scrittore Fabrizio Corselli, direttore della collana “Hanami” per i tipi di Edizioni della Sera, e organizzato dal Presidente dell’associazione Giuseppe Cannizzo e da Rossana Corso. Probabile prequel a un futuro corso di poesia orientale e haiku, l’evento si poneva l’obiettivo di diffondere la conoscenza della cultura e della poesia giapponese, in particolare della forma poetica dell’haiku. A partire dalle forme della sua ideazione, si è tracciato un percorso che ha attraversato le diverse modalità di composizione, le tecniche di improvvisazione poetica e i temi del genere.
Una lunga intervista a Fabrizio Corselli, a opera di Tamara Mussio. Si parla delle opere dell’autore, di Poesia in generale, di Editoria e altro ancora.
(Estratto dalla fanpage de Gli Spaccialezioni)
“Non basta mordere alcun frutto o attendere la seduzione operata da un potente incantamento (goeteia) perché il poeta, nel momento in cui varca i confini di quel bosco, e scosta le prime fronde di alcuni cespugli, entri in una dimensione in cui viene abbandonata ogni sorta di lucidità mentale, di legame con la realtà circostante; salvo viene fatto soltanto il suo istinto primordiale (natura dell’essere), la sua componente immaginativa, precordio di una attività ben superiore all’atto di intellezione; proprio quella primordialità che il poeta condivide con il capripede nello stato di satyros (“ebbro”), poiché più di ogni altro egli è come «quei Sileni, messi in mostra nelle botteghe degli scultori, che gli artigiani costruiscono con zampogne e flauti in mano, e che, quando vengono aperti in due, rivelano di contenere dentro immagini di déi[1]». Il poeta ha in sé il potere del poiein, della “creazione”, e ciò lo si ravvisa nel suo prodotto d’arte, capace di contenere nella struttura poetica, in poche parole – in virtù di ciò che chiamiamo in stilistica, concentrazione testuale –, un intero cosmos. Una volta disvelato dell’opera il proprio gineceo, la propria Ignis Vesta, il fuoco del sublime che vi arde dentro divampa più che mai nel rivelare, in tutta la sua pienezza, la fiamma primigenia.”
[1] Cfr. Platone, Simposio, a cura di Giovanni Reale, R.C.S. libri, Milano, 2000.
Il saggio breve “Kar’drak – La Poesia dei Draghi” è adesso disponibile per il download, a titolo gratuito, presso il sito personale dell’autore Fabrizio Corselli, sezione “Epica fantasy”.
“Sotto l’impulso dell’unificazione del linguaggio del Teframar, in quanto eccelsi depositari d’ambedue le stirpi, i dialoghi ebbero come temi principali una congerie di elementi tali da rappresentare essi stessi una sorta di neo componenti materiali in vista della creazione di un nuovo incantesimo, unico nel suo genere: l’ajar e il suo grande potere di manipolazione legato alla musica, la scultura, l’architettura, ma soprattutto il muvarnak divennero le basi strutturali per una nuova poetica. Il tatuaggio dei draghi assunse così il ruolo nodale di unico e solo progetto mensurale capace di unire tutti questi elementi in un’unica forma letteraria. Il kar’drak si stava accingendo al suo preludio.”
"Quando le divinità giocano di ruolo"
se non brucia un po'... che libro è?
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