Archivi tag: Poesia
Anonimo giapponese – Testo poetico
Primavera Haiku – Presentazione a Catania – 14 ottobre
Primavera Haiku
Un nuovo modo di guardare il mondo della Natura attraverso lo sguardo di venticinque validi poeti italiani, usando quale strumento ideale la forma dello haiku. La primavera in soli tre versi.
Narrazione orale e Giochi di Ruolo – Palermo Comic Convention
Il mio lungo percorso sulla promozione della cultura epica oggi, e in particolar modo sulla narrazione orale e sull’improvvisazione approda finalmente anche ai giochi di ruolo. Quindi non solo in ambito letterario.
Pertanto sarò presente al Palermo Comic Convention con una masterclass singolare e piena di sorprese.
Soprattutto per quei Master che siano interessati ad affinare e amplificare la propria capacità narrativa, potenziandone il linguaggio figurativo e il modo di relazionarsi al giocatore con una maggiore forza espressiva. Il tutto a vantaggio di quell’elemento fondamentale che è la sospensione dell’incredulità.
La masterclass prevede una parte didattica e una parte pratica.
Non t’amo come se fossi rosa di sale – Pablo Neruda
Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, entro l’ombra e l’anima.
T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sè, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T’amo senza sapere come, nè quando nè da dove,
t’amo direttamente senza problemi nè orgoglio:
così ti amo perchè non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
In Italia fare cultura significa prepararsi a soccombere: un’intervista a Giacomo Sartori
(Estratto da “Vita da Editor”)
Giacomo Sartori, agronomo di formazione, è uno dei redattori di Nazione Indiana e vive tra Trento e Parigi. Ha esordito nel 1996 con la raccolta di racconti Di solito mi telefona il giorno prima (ilSaggiatore); la sua ultima opera, pubblicata da CartaCanta editore, è il romanzo Rogo, in cui si alternano tre protagoniste: Lucilla, che vive alla fine degli anni ’70 il passaggio alla vita adulta e la relazione sentimentale con Ilio, prestante maestro di sci; Anna, che soffre di disturbi dell’alimentazione e affronta la prova più difficile per il proprio corpo nel 2012; la Gheta, accusata di stregoneria nel ’600. Le loro sono storie di drammatica maternità che dialogano attraverso il tempo e Sartori le intreccia con una scrittura sorvegliata e pregna di sofferenza.
Qui di seguito un’intervista sulla sua opera e sulla situazione editoriale e culturale italiana.
Fiore
Hàfnamàhl – Gabriele Marchetti
“Hàfnamàhl” è un poema epico-fantasy elaborato dalla tradizione delle genti del Mondo Conosciuto. Scritto in metro epico, raccoglie e fonde assieme vari cicli leggendari per permettere al lettore di addentrarsi nella mitologia del Mondo Conosciuto e per capirne gli esordi. Narra le vicende di Hàr, il Creatore, e dei suoi figli Gýldar e Valgàudhra, sempre in lotta tra loro per la supremazia e il potere; e degli amori di Gýldar e Lýnna, la Figlia del Cigno; e della nascita della razza umana a partire dalle tre stirpi. Questo volume contiene la prima parte del lungo poema, chiamata Melnòrie, cui seguiranno presto le altre due.
Luce nera (Raccolta poetica) – Nicola Vacca – Marco Saya Edizioni
Il volo di Icaro…
“Con Icaro, l’artista condivide la medesima e infausta sorte, perché troppo si è avvicinato al Sole, da mirabile e libera creatura”. Egli, fra tutte “le creature d’ali adorne”, si riflette nell’alter ego del cigno; non solo per la lievità del suo volo e la sua avvenenza nell’essere sedotto dal riflesso lunare – come il poeta concupito dall’emanazione della Musa nelle forme dell’ispirazione, di un passaggio numinoso che opera attraverso il lumen intellettuale d’un lampo ispirativo –, ma soprattutto nella condivisione di quel momento più drammatico che precede la morte. Dunque, il poeta, nella propria solitudine, al pari d’un calmo stagno la cui superficie per nulla s’increspa, “grida” (nel comporre) allo stesso modo dell’uccello lacustre, mentre s’appresta a morire “esanime” il proprio verso oltre le più alte vette d’una tragica forma”
(Estratto da “Nibelung e il Cigno nero”)