Il primo Marzo compriamo un libro di Edizioni della Sera
Online http://www.edizionidellasera.com/libri/
mentre cercate qui le librerie più vicine a casa vostra!http://www.edizionidellasera.com/distribuzione/
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Fabrizio Corselli (sulla destra) con Pietro Pignatelli, attore e performer di Musical (“Sugar, a qualcuno piace caldo”, “Pinocchio”, “Grease”, “Peter Pan”…), dopo le prove della mise en espace realizzata sui testi del libro “Nibelung e il Cigno nero”, a cura della stesso Pignatelli (per l’evento “Poesia… a passi di danza” del 24 Gennaio 2014, presso la Settimo Ballet School di Settimo Milanese).
“Un giorno chiesi a Mario Luzi se potevamo continuare un dialogo che a me sembrava mai interrotto. Dissi che mi interessava conoscere il punto di vista del poeta sul destino di un pianeta spaccato in due dall’abisso che separa il mondo dell’opulenza e dello spreco dall’universo dei dannati…”. Così Renzo Cassigoli ricorda la genesi di questo libro che, partendo dalla tragedia dell’11 settembre, e quindi da Le nuove paure, inevitabilmente si allarga a temi più ampi: il fondamentalismo religioso e le colpe dell’Occidente, la separazione tra cultura e politica, la funzione della scienza.
L’ulivo
Laudato sia l’ulivo nel mattino!
Una ghirlanda semplice, una bianca
tunica, una preghiera armoniosa
a noi son festa.
Chiaro leggero è l’arbore nell’aria
E perché l’imo cor la sua bellezza
ci tocchi, tu non sai, noi non sappiamo,
non sa l’ulivo.
Esili foglie, magri rami, cavo
tronco, distorte barbe, piccol frutto,
ecco, e un nume ineffabile risplende
nel suo pallore!
O sorella, comandano gli Ellèni
quando piantar vuolsi l’ulivo, o côrre,
che ‘l facciano i fanciulli della terra
vergini e mondi,
imperocché la castitate sia
prelata di quell’arbore palladio
e assai gli noccia mano impura e tristo
alito il perda.
Tu nel tuo sonno hai valicato l’acque
lustrali, inceduto hai su l’asfodelo
senza piegarlo; e degna al casto ulivo
ora t’appressi.
Biancovestita come la Vittoria,
alto raccolta intorno al capo il crine,
premendo con piede àlacre la gleba,
a lui t’appressi.
L’aura move la tunica fluente
che numerosa ferve, come schiume
su la marina cui l’ulivo arride
senza vederla.
Nuda le braccia come la Vittoria,
sul flessibile sandalo ti levi
a giugnere il men folto ramoscello
per la ghirlanda.
Tenue serto a noi, di poca fronda,
è bastevole: tal che d’alcun peso
non gravi i bei pensieri mattutini
e d’alcuna ombra.
O dolce Luce, gioventù dell’aria,
giustizia incorruttibile, divina
nudità delle cose, o Animatrice,
in noi discendi!
Tocca l’anima nostra come tocchi
il casto ulivo in tutte le sue foglie;
e non sia parte in lei che tu non veda,
Onniveggente!
(“Il Poeta e la Luna”. Immagine tratta dalla mise en espace a opera di Pietro Pignatelli, noto attore e performer di Musical, sui testi di Nibelung e il Cigno nero, presso la Settimo Ballet School di Settimo Milanese)
“Si legge con interesse la poesia di Fabrizio Corselli, è una poetica corsiva, varia e fantasiosa, mai banale. Ma quello che più colpisce nelle sue poesie è l’immaginazione, i colori che si vedono, il movimento che descrivono, la composizione, l’architettura dell’assieme, i suoni che arrivano all’udito, il fraseggio sempre nuovo. Non vorrei parlare di arte globale: no, è poesia, eppure tocca tutte le forme dell’arte. Forse dovrebbe sempre essere così.”
Nelle parole introduttive di Liliana Cosi – ballerina di fama internazionale e sublime interprete del Lago dei cigni, opera ispiratrice di questo libro – è racchiusa tutta l’essenza di questa piccola e preziosa prova d’autore.
Parliamo oggi di un originalissimo poema… (continua a leggere)
Volete avere l’occasione di vincerlo? Compilate il form rispondendo alla semplice domanda, e uno tra voi potrebbe essere il fortunato lettore che lo riceverà a casa. Avete tempo fino alla mezzanotte del 3 marzo. Qui trovate il regolamento completo.
(da “La Stamberga dei lettori”)
Una voce che si fa accogliente e ritmica, molta vita, molta vita batte in queste poesie di Stevka Šmitran. Come a non sapere quasi come fare per abbracciare e trattenere.
Esilio, figure di amici in carne e ossa o in pagina, e poi l’amore in molte forme, domande, domande… C’è l’eredità del miglior Novecento ma, per così dire, con una nuova urgenza dentro… Passano molte cose in questi versi come in uno specchio che ha misteri dentro e rimanda frammenti senza lasciarli andare privi di una luce, di un’ombra nuove. Non vuole salvare il mondo, e nemmeno la poesia. Vuole solo offrire, vuole solo fare quel gesto che quasi nessuno fa più: custodire, bene-dire. Tenere a mente, in una memoria speciale, d’aria e parole, in un ritmo che parla a un altro livello. Quello che riguarda tutti, proprio tutti.
Davide Rondoni
"Quando le divinità giocano di ruolo"
se non brucia un po'... che libro è?
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