Hàfnamàhl – Gabriele Marchetti

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“Hàfnamàhl” è un poema epico-fantasy elaborato dalla tradizione delle genti del Mondo Conosciuto. Scritto in metro epico, raccoglie e fonde assieme vari cicli leggendari per permettere al lettore di addentrarsi nella mitologia del Mondo Conosciuto e per capirne gli esordi. Narra le vicende di Hàr, il Creatore, e dei suoi figli Gýldar e Valgàudhra, sempre in lotta tra loro per la supremazia e il potere; e degli amori di Gýldar e Lýnna, la Figlia del Cigno; e della nascita della razza umana a partire dalle tre stirpi. Questo volume contiene la prima parte del lungo poema, chiamata Melnòrie, cui seguiranno presto le altre due.

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Il volo di Icaro…

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“Con Icaro, l’artista condivide la medesima e infausta sorte, perché troppo si è avvicinato al Sole, da mirabile e libera creatura”. Egli, fra tutte “le creature d’ali adorne”, si riflette nell’alter ego del cigno; non solo per la lievità del suo volo e la sua avvenenza nell’essere sedotto dal riflesso lunare – come il poeta concupito dall’emanazione della Musa nelle forme dell’ispirazione, di un passaggio numinoso che opera attraverso il lumen intellettuale d’un lampo ispirativo –, ma soprattutto nella condivisione di quel momento più drammatico che precede la morte. Dunque, il poeta, nella propria solitudine, al pari d’un calmo stagno la cui superficie per nulla s’increspa, “grida” (nel comporre) allo stesso modo dell’uccello lacustre, mentre s’appresta a morire “esanime” il proprio verso oltre le più alte vette d’una tragica forma”

(Estratto da “Nibelung e il Cigno nero”)

Editori di poesia in allarme, nessuno ne parla e non si vende

di Carlo Roma

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“Perché la poesia dovrebbe vendere? Nessuno ne parla, è mal distribuita, non è promossa. Qualcuno conosce un prodotto che sia mal distribuito, non promosso, di cui nessuno parla che invece venda? Io non ne conosco alcuno”. E’ con queste parole che Nicola Crocetti, editore dell’omonima casa specializzata in libri di poesia, lancia l’allarme sulle difficoltà che attraversa il settore. Un allarme condiviso anche da altri protagonisti del settore, tra cui il poeta Maurizio Cucchi, che invoca “un intervento istituzionale a difesa della poesia”, da Mauro Bersani, responsabile della collana Einaudi ‘la Bianca’, e dall’editrice leccese Agnese Manni secondo la quale “la poesia è stata espulsa dal mercato”.

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L’eredità di Dracula – Liriche gotiche sull’amore oltre il tempo – Davide Benincasa ed Eufemia Griffo

Un’opera di cui sono davvero orgoglioso, in qualità di curatore editoriale…

Tantissime soddisfazioni, soprattutto l’aver collaborato con due scrittori di razza come Eufemia Griffo e Davide Benincasa.

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Alla Musa – Ugo Foscolo

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Alla Musa

Pur tu copia versavi alma di canto
su le mie labbra un tempo, Aonia Diva,
quando de’ miei fiorenti anni fuggiva
la stagion prima, e dietro erale intanto

questa, che meco per la via del pianto
scende di Lete ver la muta riva:
non udito or t’invoco; ohimè! Soltanto
una favilla del tuo spirto è viva.

E tu fuggisti in compagnia dell’ore,
o Dea! Tu pur mi lasci alle pensose
membranze, e del futuro al timor cieco.

Però mi accorgo, e mel ridice amore,
che mal ponno sfogar rade, operose
rime il dolor che deve albergar meco.

Poeti della lontananza. Antologia poetica – Marco Saya Editore

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“Sono sette, numero sacro. Sette versificatori diversissimi per tenore compositivo, stile, forma e contenuti, eppure sette voci ultracontemporanee che emergono dal panorama letterario italiano come vessilli di possibilità espressive legate dal medesimo filo conduttore: il vivere o l’aver vissuto, per lungo tempo, per un po’ o per sempre, in un paese diverso da quello d’origine e avere fatto di questa lontananza una condizione esistenziale direnta e fatta salva dalla propria volontà artistica e dalla propria produzione poetica. L’avere assunto la nostalgia delle cose lontane a modus sentiendi, la vis passionale come forma di aisthesis e di sensuale salvezza, la riflessione e la partecipazione al mondo globalizzato, nonché l’attenzione alle culture e alle letterature di altri tempi e paesi come ideale cosmopolita e la meditazione sull’amore, sulla societas umana, sulla vita e sulla morte come chiave del cor di Federigo è ciò che li accomuna e li definisce in quanto poeti che, all’interno della nostra letteratura, cantano la condizione, straniante dello sradicamento. Ghiani, Domenico Arturo Ingenito, Francesco Terzago, Antonio Bux, Ianus Pravo, Michele Porsia, Alessandro De Francesco”.

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