La rivolta dei Poeti
E’ tempo di smettere d’essere vili
Nascosti e tremanti sottoterra
Noi – i poeti che hanno perso tutto
O che forse non hanno mai avuto niente,
Ci leveremo a esigere tributi di sangue
E la terra tremerà se lo vorremo.
Costretti dai fili della visione
Non marionette, ma medium e veggenti,
A noi – i pittori che dipingono la parola,
Sacri uteri ripieni di somma verità
Di eterni enigmi,
Il Silenzio si arrenderà se lo vorremo.
Quali streghe figlie del bosco,
Intente a intessere in ipnotici ritmi
I nostri incantesimi crudeli
Mutateci in rapide civette e corvi
Sfidiamo tracotanti il Paradiso,
E il cielo stesso crollerà se lo vorremo.
Simili a sussurri di tempesta imminente
Gli ultrasuoni ritmici, sirenici, rimati
Raduneranno intere masse informi
Per consegnarle a un sonno
Simile alla morte – E la Morte stessa
Si inginocchierà di fronte a noi se lo vorremo.
Noi, schiavi del dono, della penna, della mano,
E delle voci nella nostra testa, cui docili
All’imperioso comando: Scrivi! Obbediamo
Un giorno ci leveremo per esigere
I nostri tributi di sangue
E la gloria ci verrà data se lo vorremo.
Ma la gloria richiede sacrificio
E sacrificio noi siamo,
Noi – sacri torrenti
Di divinità infusa, palpabile
Col peso dei tormenti
Del mondo sulle spalle.
(Testo non presente nell’antologia “Cervo bianco”)