Estratto dal blog Nuova Provincia
Alcune note su certa poesia odierna di Gabriele Marchetti
È una caratteristica di moltissima poesia odierna (e di quella di Davide Rondoni in particolare) la ricerca di schegge di poeticità nella dimensione quotidiana, più banale.
Ricerca che, senza fare troppi sforzi di memoria, era già stata tentata e portata avanti con risultati eccellenti da T.S. Eliot, con testi come The love song of J. Alfred Prufrock, o la serie di Sweeney. Ma alla fin fine anche Eliot si convinse dell’impossibilità di giungere ad un testo definitivo, causa la dispersione incontrollata di tali epifanie poetiche, troppo numerose, troppo variegate; donde l’opzione per il metodo mitico, l’unico capace di riunire saldamente questa miriade di impressioni attorno ad un nucleo riconoscibile e definito.
Questa virata, questa manovra di salvataggio non sono ancora state tentate da quei poeti che in Rondoni vedono e sentono il loro caposcuola. Né potrebbero tentarla, ormai, essendosi adagiati in una sorta di nicchia che ha una sua legittimazione e una sua visibilità nel mosaico e nel sistema dell’editoria, dei premi, dei convegni, dei “festival”.