Da una nota di Andrea Giampietro
Nel settembre del 1895, costretto a letto da una lunga serie di malattie ed in perenne stato di povertà, Paul Verlaine accetta di scrivere poesie su commissione: Pierre Dauze, letterato amico di Anatole France, gli chiede di comporre ventiquattro sonetti sul tema della bibliofilia, che avrebbe pagato dieci franchi cadauno. Il poeta arriverà a scriverne solamente tredici, l’ultimo dei quali (“Désappointement”), otto giorni prima di morire. Col titolo di Biblio-Sonnets, queste poesie sarebbero state pubblicate nel 1913, in un’edizione limitata corredata da alcune illustrazioni. Sembra comunque che Pierre Dauze si sia detto “non pienamente soddisfatto da questi sonetti”.
Ecco una di queste poesie, datata 12 ottobre 1895.
BIBLIOFILIA
Il vecchio libro letto e riletto tante volte!
Rotto, afflitto, desolante, deturpato dall’uso,
d’improvviso fresco, pimpante, viso giovane
fine al tatto, delizia degli occhi e delle dita.
Il libro creduto morto, cosa d’ombra e terrore,
la sua resurrezione “non sorprende il saggio”.
Chi sa, Rilegatore, insieme artista e mago,
quanto tu faccia meglio ancora del dovuto.
Lo riprendiamo, quel libro così ringiovanito,
come riprendessimo un’antica amante
che una fata abbia reso di nuovo vergine,
lo rileggiamo come ascoltassimo la Musa
d’un tempo, voce d’oro logorata dall’età penosa:
chiara di nuovo, il riecco che ci allieta.
(Traduzione di Andrea Giampietro)